Vittorio Sgarbi ha ricevuto una denuncia che ha dell’incredibile, da parte dell’Associazione italiana difesa animali e ambiente.
Uno dei suoi celebri tormentoni è costato al critico d’arte una segnalazione alla Procura di Ferrara.
Vittorio Sgarbi contro L’associazione animalista? L’ Aidaa ha infatti presentato un esposto contro il critico perché a detta loro offende le capre, in quanto molto spesso in televisione per apostrofare un concetto del quale non era d’accordo, ha utilizzato il termine capra come dispregiativo nei confronti del suo interlocutore.
Il firmatario della denuncia che sta portando avanti l’iniziativa è il presidente dell’Aidaa Lorenzo Croce, che però ci tiene a ribadire che si che si tratta solo di una semplice provocazione: “Una provocazione la nostra fatta contro chi delle provocazioni ha fatto un modo di vivere e quindi a lui chiediamo, oltre che smetterla di usare impropriamente il nome ‘capra’ come epiteto, anche di andare a vivere tre giorni con i pastori e imparare pascolando le capre quando sono intelligenti quegli animali”.
La risposta di Vittorio Sgarbi non si è fatta di certo attendere che non limitandosi a replicare, ha voluto impartire una lezione di italiano e storia al presidente dell’Associazione animalista: “Ringrazio l’Aidaa – ha detto Sgarbi – condividendo pienamente le loro posizioni. Infatti, avendo evitato di legare al sostantivo capra qualunque aggettivo, ho sempre inteso ‘capra’ come un complimento, considerando di molto inferiori alcuni uomini. Suggerisco all’Aidaa – ha concluso – di fare un esposto anche contro Gesù Cristo che, identificandosi nel ‘buon pastore’, ha riconosciuto negli uomini le sue pecore”.
Una vicenda quasi al limite del tragicomico che porta alla luce un aspetto molto triste ed inquietante: per mettersi in luce ed avere un po’ di visibilità, si è disposti a tutto, perdendo del tutto il senso di confine che lega la provocazione alla serietà di un’istituzione gloriosa ed importante come la Procura.