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POLITICA E ROBOT COSTITUISCONO UN PERICOLO PER LA SOCIETA’ ?

politica e robot

Politica e Robot – Forse per mancanza di argomenti, visto che la politica è entrata in una fase stagnante dal momento che la scissione nel PD si è consumata, le primarie e il congresso ormai è stato deciso, Renzi ha sicuramente il suo pensare tra la politica e l’amor paterno, l’Italia può anche pensare ad altro. Vi sarebbe ancora da guardare nell’orticello vicino, dove l’argomento è fermo al Zaia si Zaia no, oppure, il listone che propongono i signori della destra avanzata di Salvini e Meloni con l’auspicio di Toti che già si intravvede delfino e non non è neppure sardina.

Vi sarebbe tanto da dire sul vecchio Berlusconi e non mi riferisco all’affare Milan per il quale sembra sia saltato tutto per mancanza di moneta. Mi viene da pensare che in fondo, Berlusconi qualcosa ci ha guadagnato comunque vada, un folto gruppo di cinesi di importazione, milanesi di adozione che nella fase delle trattative, sono diventati accaniti supporter della squadra, tutti in fila allo stadio a gridare “Forza Milan”.

In effetti nel campo Berlusconi qualche novità vi sarebbe: l’idea di lanciare Zaia per la premiership nazionale andrebbe a coprire la perenne ambizione del Silvio che si sente ancora abbastanza giovane per rinunciare, pur sapendo che le probabilità di una decisione della Corte di Giustizia di Bruxelles stia slittando a tempi più lontani del previsto, rimane quel che qualche spiffero sta facendo, pur con molta cautela, circolare, cioè: starebbe maturando la possibilità che il Quirinale, il Presidente Mattarella, si accingerebbe a concedere la grazia, in forza dei benefici che potrebbe trarne il Paese in virtù del ruolo che Berlusconi sarebbe nelle condizioni di giocare grazie alla sua amicizia con Putin e Trump. Chi vivrà vedrà, se son rose fioriranno, d’altra parte, chi trova un amico, trova un tesoro.

Ad ogni modo, l’argomento del giorno, nelle sfere dell’alta politica sono i Robot croce e delizia per noi umani. Croce perché, secondo alcuni, provocano  gravi problemi sul piano sociale ed istituzionale; delizia perché rendono meno pesanti le nostre fatiche lavorative e migliorano, sotto vari aspetti, la nostra vita.

I catastrofisti chiedono immediati provvedimenti per evitare che i robot, determinando alti tassi di disoccupazione, finiscano per scardinare la nostra società, facendo fallire gli stessi Stati. In sostanza, diminuendo fortemente il numero dei contribuenti crollerebbero le entrate fiscali, i governi non avrebbero, quindi, risorse, addio alle opere pubbliche, addio alle pensioni, addio alla sanità pubblica e così via con una devastazione che porta a distruzioni di massa.

Un allarme del genere è stato  lanciato addirittura da Bill Gates, il fondatore di Microsoft, alla Conferenza della sicurezza di Monaco. Ha detto  che i robot determineranno una gigantesca disoccupazione, questo determina “ una mancata fiscalità”  con  conseguenze  disastrose. Per questo  tale mancanza va “recuperata tassando il robot, le aziende che lo costruiscono e quelle che lo installano, per destinarla ai sussidi” della grande massa di disoccupati”.  Pare lapalissiano, quasi la scoperta dell’araba fenice, ma non è così, non è la strada giusta  che la politica deve trovare  perché  invece di risolvere un problema importantissimo lo si aggraverebbe  finendo per danneggiare  il progresso tecnologico e, soprattutto, per creare più disoccupazione.    Mi pare,quindi, abbia ragione la Gabanelli quando, sul “Corriere della Sera” sostiene che si deve partire da un’assioma: la “ robatica si produce perché crea valore” e “se un’azienda sostituisce 50 dipendenti con un robot avrà più utili  e su quelli dovrà pagare le tasse.” Inoltre, risparmiando sul costo del lavoro “i prodotti o i servizi  saranno venduti a un prezzo più basso , con vantaggio per tutti:”   In sostanza, non si deve tassare la tecnologia che produce ricchezza, ma la ricchezza stessa.

Negli anni Ottanta – ricorda la Gabanelli – quando i pc ed i relativi software “cancellarono milioni di impiegati” c’erano gli stessi timori di oggi, “ma a distanza di anni si è visto che, essendosi creata la necessità di nuove competenze i posti di lavoro hanno superato quelli perduti.”

Tassare la ricchezza , così, è una strada da percorrere  e proprio Microsoft come Apple, Google , Oracle e Cisco potrebbero riportare nelle rispettive patrie, pagando le imposte, gli ingenti capitali messi al riparo  nei paradisi fiscali. Ossia le “grandi  compagnie dell’Hi-tech  dovrebbero – sottolinea la giornalista – pagare il dovuto  dove realizzano i loro profitti” sì da incrementare i sussidi  per i lavoratori rimasti a spasso per le tecnologie. E altre moltissime risorse per le politiche di sostegno,  gli Stati dovrebbero recuperare dall’ingente evasione fiscale.

Ovviamente, si deve, nel contempo, portare avanti la ricerca per ulteriori sviluppi dell’industria 4.0 capaci di determinare occupazione ed anche qui dipende dalle istituzioni adottare le necessarie iniziative ed innovazioni.

Rimane certo che i robot, almeno sotto questo profilo, non sono un pericolo, possono diventarlo per nostra responsabilità, mentre essi   sostituiscono sempre più l’uomo nei lavori usuranti e pericolosi, possono aiutare  nell’”assistenza a persone anziane e disabili”, nel migliorare la sanità, a renderci, in sostanza, migliore la vita.

E va, infine, sempre considerato  che ci sono lavori  e attività nelle quali la robotica  non potrà mai fare la parte dell’essere umano  e che  tutti  i progressi della tecnologia hanno alla  base  l’uomo, la sua creatività, la sua essenza di materia , di anima, di energia .

Fonte: Giustus’ Blog

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