Chi, come me, ha avuto modo di frequentare le scuole elementari e medie dai primi del 2000 in poi è per forza, sistematicamente e statisticamente venuto in contatto con il fenomeno Pokémon. Tutto nacque nel 1996 con l’uscita di Pokémon Blu e Rosso, due giochi che hanno generato anni di vagonate di soldi per Nintendo, la quale tra cartoni animati, carte da gioco, spin-off vari e tanto altro non poteva che continuare a puntare sui Pokémon.
Allora eccoci nel 2001, quando Nintendo ha pubblicato Pokémon Argento e Oro qui in Italia. Ora vi starete chiedendo: e quindi?
Beh, c’è chi ha deciso di creare un remake dei giochi Pokémon di seconda generazione (Argento, Oro e Cristallo) che si distingue dagli originali solo per una cosa: è in 3 dimensioni.
Pokémon in tre dimensioni
E’ praticamente ciò che Nintendo non ha mai fatto, sia per mancanza di potenza di calcolo (i vari Gameboy non potevano certamente supportare le tre dimensioni) sia per volontà di destinare le tre dimensioni a spin-off della serie come Pokémon Stadium (si può discutere sulla definizione di spin-off) e Colosseum.
Il gioco resta quasi identico a quelli per GBC, sono presenti leggeri migliorie nel Pokégear (che adesso mostra alcune statistiche di gioco), nelle mappe e nei menù, ma niente per il quale si possa dire che il gioco viene stravolto. Lo stravolgimento rispetto agli originali, infatti, lo si ha su tutt’altro piano: l’immersività.
E’ chiaro che esiste una certa differenza tra il controllare un personaggino quadrato su uno schermo altrettanto quadrato e ridottissimo e controllare in prima persona un personaggio che si muove in un ambiente interamente tridimensionale all’interno di uno schermo di computer e che permette la stessa interattività del medesimo gioco in due dimensioni.
Nonostante l’immersività che il gioco comporta, come già detto il resto è tutto uguale. Stesse texture (o sprite?), stesse musiche, stesse battaglie. Tutto ciò può provocare una sola cosa nel giocatore: effetto nostalgia. Ed è qui che questo gioco assume un senso, cosa confermata dal sito stesso che include l’effetto nostalgia tra le principali caratteristiche del gioco.
Insomma, per chi ha giocato uno dei tre giochi di seconda generazione (Argento, Oro e Cristallo) questo è un tributo che vale la pena provare, almeno per provare a vedere come il gioco sarebbe stato in un ambiente completamente differente e perché… rigiocare certi titoli non è mai un male (o quasi). E’ difficile rimanere delusi.
Per scaricare il gioco è necessario utilizzare il client di GameJolt, scaricabile qui e cercare “Pokémon 3D” al suo interno.