Ancora una volta è la natura, tanto martoriata e violentata dall’ uomo, a suggerire interessanti metodi alternativi di impiego del lavoro umano e di produzione di nuovi manufatti . La natura con i suoi frutti, unita al genio di due giovani donne italiane che hanno messo in atto un progetto, Orange Fiber, che per loro stesso dire è del tutto, “apparentemente” , folle!.
Abiti realizzati con tessuti derivati dalla lavorazione delle bucce delle arance e degli agrumi. Sembra impossibile. Non per due giovani studentesse universitarie catanesi, che, hanno creato Orange Fiber, l’innovativa start -up che si pone come obiettivo quello di produrre dei tessuti sostenibili e assolutamente originali.
“Il nostro sogno – hanno affermato le ideatrici durante le varie presentazioni dell’ambizioso progetto – è che da oggi, ogni volta che berrete una spremuta, penserete che ci sono due “matte” che cercano di trasformare lo scarto dell’arancia in un tessuto sostenibile per consumatori consapevoli”.
Il 14 ottobre 2014 , Enrica Arena e Adriana Santanocito, questo è il nome delle giovani creatrici di Orange Fiber, hanno presentato il primo prototipo di tessuto, ricavato unendo un filato di acetato ottenuto dalla lavorazione degli “scarti” degli agrumi con quello ricavato dalla seta.
La rivoluzionaria idea è nata dall’esperienza universitaria delle due ragazze. Erica e Adriana frequentavano gli ultimi anni di università, condividevano appartamento, ideali e sogni per il futuro. Una aspirava a diventare fashion designer con la specializzazione nel tessile, l’altra invece desiderava lavorare nell’ ambito dell’ imprenditoria sociale. Entrambe estremamente attente alla sostenibilità, intesa come idea, come stile di vita, come un modo di produrre appunto.
Da questi presupposti, dunque, l’innovativa “ispirazione” rappresentata da Orange Fiber : utilizzare le bucce delle arance, ciò che normalmente viene scartato, per realizzare un tessuto ecologico, sostenibile e “vitaminico”, con il quale creare abiti da indossare.
Da alcune statistiche e studi da loro effettuati, le creative artigiane di Orange Fiber erano a conoscenza del fatto che circa il 25% della produzione totale di arance, limoni e mandarini viene eliminato o addirittura neppure raccolto. Perciò la loro idea iniziale era quella di utilizzare questo surplus di prodotto, non sfruttato o direttamente buttato via, per la creazione dei loro originali tessuti. Approfondendo però la conoscenza inerente la produzione e la lavorazione di tali derrate alimentari, hanno appreso che in Italia vengono generati scarti industriali da lavorazione di agrumi per più di 700 mila tonnellate . Perciò l’obiettivo è mutato, diventando quello di utilizzare non più il prodotto eccedente bensì, direttamente, lo sfaglio, i resti scartati delle arance, le bucce per intenderci, per la produzione dei tessuti di Orange Fiber. Tutto ciò mettendo in atto anche un procedimento per arricchire tali tessuti con oli essenziali naturali che liberano vitamina C sulla pelle di coloro i quali lo indossano.
L’originale invenzione delle due ragazze catanesi ha riscosso grande approvazione, tanto da permettere loro di ricevere diversi premi e di accedere ad importanti percorsi di incubazione e accelerazione di start-up, con programmi per lo sviluppo e il potenziamento dell’azienda, con la finalità principale di renderla autonoma e di permetterle di imporsi sul mercato.
Orange Fiber è considerata tra le dieci migliori idee imprenditoriali fondate nel rispetto dell’ambiente, del clima e dello sfruttamento delle risorse naturali, un progetto importante da sviluppare in vista di EXPO 2015, ormai alle porte. Di recente, inoltre si è qualificata al terzo posto come miglior start-up italiana ai Macchianera Awards.
Il progetto di Erica e Adriana è stato attuato nell’ambito del programma Trentino Sviluppo e Seer Money-FESR , sostenuto da finanziamenti provenienti da Provincia, Stato ed Unione Europea, indirizzati a stimolare la nascita e l’avviamento di aziende innovative, come la loro.
Erica e Adriana continuano a far crescere la loro originale idea e il Trentino, a detta delle due fondatrici di Orange Fiber, è l’ambiente adatto per continuare con la loro attività di ricerca e sviluppo. Il loro obiettivo è quello di collaborare con i vari laboratori di biotecnologie dell’Università ( sfruttando in particolare le nanotecnologie ) per poter lavorare sui principi attivi da unire ai loro tessuti per migliorarne sempre di più la qualità. Inoltre vogliono allargare il procedimento utilizzato per la produzione di tali filati ad altri tipi di residui organici, come ad esempio quelli delle mele. Ed auspicano di perseguire anche tale proposito entro i primi mesi del 2015.
Al momento sono numerosi i marchi della moda che sembrano interessati al “tessuto vitaminico” creato dalle due ragazze catanesi, che continuano a lavorare alacremente al loro progetto per EXPO 2015: “Sogniamo che l’idea di trasformare gli scarti in prodotti innovativi, oltre a portare lavoro, contribuisca al rilancio del Made in Italy”.
E’ quello che ognuno di noi si aspetta per l’Italia, un paese che nonostante sia stritolato dall’ incuria ideologica, dal disordine e dalla corruzione, riesce sempre ad eccellere nel mondo per la genialità, il talento, la creatività, nonché la facoltà di percepire in modo inconsueto e del tutto originale la realtà che ci circonda ed i suoi prodotti, come hanno fatto Erica ed Adriana con il loro rivoluzionario progetto di Orange Fiber!
Insomma una motivazione in più per seguire con attenzione l’evento di EXPO 2015 che si svolgerà a Milano fra qualche mese !
Noi della In3click.tv continueremo a segnalarvi queste curiose ed interessanti notizie!