Dopo il precedente articolo dedicato al film-omaggio su Lucio Dalla, “Caro Lucio ti scrivo” oggi facciamo due chicchere con Maurizio Meli, responsabile di INFM Produzioni, ideatore e produttore del concorso canoro dedicato al cantautore Bolognese “PREMIO LUCIO DALLA”
“Nasceva come un’idea di metà Settembre” ci dice Maurizio Meli, “nel lontano 2011”.
Ma per una serie di circostanze il ”Premio Lucio Dalla” rimaneva come un appunto nel cassetto del suo fondatore e produttore che non fece in tempo a sottoporlo al cantautore bolognese scomparso di lì a qualche mese più tardi.
Da qui una storia complicata e con tante sfaccettature, che Maurizio ci ha raccontato.
Maurizio Meli ci ha reso partecipi delle sue avventure/disavventure nella vicenda personale che lo ha visto protagonista involontario. Una serie di episodi, tutti legati da un unico filo conduttore: la proprietà intellettuale e non solo del concorso canoro di sua ideazione, che porta il nome del cantante amico che lo ha accompagnato dall’infanzia a tuttora con le sue canzoni.
“Ufficialmente il Premio nasce in due tempi tra il 6 Marzo e il 18 Aprile del 2012 col deposito degli omonimi copyright e marchio”. Fui proprio io a contattare, verso la fine del mese di Maggio, la Pressing Line, la società di Lucio Dalla, per comunicare l’avvenuta fondazione del ”Premio Lucio Dalla”. Già allora un certo giornalista napoletano ne rivendicava la paternità unitamente agli avvocati di Dalla e i suoi storici musicisti”.
“Tale giornalista fu da me diffidato ad evitare, senza produrre prove delle proprie asserzioni, di insistere in infondate pretese di titolarità e palesi bugie” continua a raccontarci. La cosa nacque e morì in una bolla di sapone. Ma per Maurizio Meli era solo l’inizio della sua avventura/disavventura.
Alla comunicazione di Maurizio Meli alla Pressing Line vi fu una replica dello storico avvocato di Dalla il legale Eugenio D’Andrea. Dopo un serrato scambio di mail tra Meli e D’Andrea , in cui il legale di Dalla chiedeva insistentemente a Maurizio Meli di rinunciare a tutto il suo lavoro legato al concorso e volturare i diritti agli eredi Dalla, vi fu un periodo di silenzio fino a tardo autunno.
Il 4 Novembre, Meli bandisce ufficialmente la 1^ edizione di “Premio Lucio Dalla” a seguito dell’esortazione della UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico) ad iniziare immediatamente i lavori in virtù dell’avvenuto deposito del marchio con tanto di certificazione sul web e di seguito cartacea. Il rilascio del marchio era regolarmente registrato in quanto nessuno aveva esercitato alcun tipo di opposizione nei tempi previsti dalla legge.
Maurizio Meli, verso la fine di Novembre, scrisse di nuovo alla Pressing Line chiedendo di poter incontrare gli eredi con la volontà di condividere con loro il suo progetto artistico in memoria di Lucio Dalla. “Il 17 Dicembre, per tutta risposta” continua a raccontare, “mi vidi recapitare una mail da parte dell’avv. D’Andrea, corredata di un allegato, inviato anche a mezzo di raccomandata A/R, pieno di insulti e minacce di ritorsioni penali e civili da parte degli eredi Dalla qualora non avessi provveduto a volturare immediatamente agli stessi sia marchio che copyright”.
Maurizio Meli, forte dei diritti acquisiti, decise di andare avanti in modo unilaterale.
A fine Gennaio del 2013, in occasione delle anticipazioni del Festival di Sanremo, veniva intitolata a Lucio Dalla la sala stampa ufficiale della kermesse sanremese. La stessa sala stampa metteva a disposizione un premio ad un artista della stessa kermesse musicale/canora. La maggior parte delle testate presenti furono tratte in inganno e pubblicavano ” … il premio Lucio Dalla all’artista …”. Pubblicazioni che chiaramente cozzavano col copyright ”Premio Lucio Dalla” fondato da Maurizio Meli.
Nello stesso periodo il Corriere di Bologna, testata del gruppo del Corriere della Sera, pubblicava un articolo dal titolo ”Il Premio Dalla è una bufala” e gli eredi si preparano alla causa. Un articolo che a tutt’oggi si può leggere nella versione online sul web che, a detta di Meli è pura diffamazione a mezzo stampa. Fatto che Maurizio Meli denunciò alla Guardia di Finanza di Oristano. Quello che sembrava un iter normale invece si ingarbuglia ancora: “La magistratura oristanese, erroneamente, girò il tutto a quella bolognese che, sempre erroneamente, avviò il procedimento giudiziario che a sua volta venne archiviato per ben due volte con motivazioni poco chiare” ci spiega Maurizio Meli.
Perché erroneamente? “E’ vero che la diffamazione ordinaria si deve discutere nella sede della persona imputata ma è anche vero che quella esercitata a mezzo stampa, secondo una sentenza della Cassazione, va discussa nel tribunale di pertinenza della persona offesa e quindi a Oristano” spiega Maurizio. “Possibile che ben due magistrature siano cadute per caso in questo gravissimo errore? Errore che ha determinato forti danni a me e al vero Premio Lucio Dalla”.
Maurizio Meli, per altro, si sfoga con noi e rivendica il fatto che mai è stato ascoltato dai magistrati bolognesi e che forse per l’occasione avrebbe potuto far notare che non era quella la sede giusta per discutere quel procedimento.
Ci racconta che, allo stesso tempo, il Corriere di Bologna gli ha negato il diritto di replica (previsto per legge). successivamente all’accaduto, Maurizio Meli si è visto chiudere in faccia le porte da altre testate giornalistiche analoghe al Corriere che, visto l’argomento, gli negavano un articolo di risposta. Tutte fatta eccezione quella Sarda, ”La Nuova Sardegna”.
“Certo è che, per chi non conosce questi aspetti, l’articolo comparso nel Corriere potrebbe diventare, oltre ad un pezzo che offende il mio nome come fondatore del concorso, un deterrente ai fini partecipativi al concorso stesso. Da come ci racconta, tutto ciò a lui sembra un chiaro embargo da parte di oscuri poteri forti che si riconducono alle intenzioni degli eredi Dalla. Questo mentre ci ricorda quelle prime minacce di ritorsioni da parte del legale degli eredi.
Non perdendosi d’animo nonostante questi episodi, porta avanti il concorso tra mille difficoltà. Continua a raccontarci Maurizio Meli: “Durante il mio percorso ho incontrato avvoltoi pronti a tutto pur di portarmi via il nome del concorso con tentativi di vario genere, spesso maldestri, tra cui il più incredibile che pare stesse coinvolgendo anche la Rai stando a certe trattative con soggetti esterni all’azienda pubblica nei primi mesi del 2015”. Insomma un gran caos infondato a quanto ci ha detto fin’ora, se si tiene conto che Maurizio Meli non è mai stato denunciato penalmente, non essendoci nulla da denunciare a quanto ci racconta, dagli eredi Dalla. Tanto meno mai si è visto recapitare istanze di cause civili dagli stessi o chi per loro.
Oggi il “Premio Lucio Dalla” sta volgendo alla sua 5^ edizione regolarmente come da programma. E questo sembra dare ragione a lui e alla regolarità sulla del suo progetto, come già detto da lui fondato in omaggio a Lucio Dalla.
Tanta ragione da far pensare che, come Maurizio Meli sostiene, la vera ”bufala” sia proprio quella del Corriere di Bologna e delle vane dichiarazioni degli eredi Dalla e del proprio nuovo avvocato.
Al momento infatti è Meli ad aver denunciato gli eredi Dalla e non il contrario. Tutte queste realtà sono state assurdamente ignorate dalla stampa.
Ma non finisce qui. Al danno poi si aggiunge anche la beffa, a detta di Maurizio Meli, nel merito della questione della sospensione del marchio da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, avvenuta senza un’ istruttoria ufficiale e dunque all’oscuro dell’interessato, per effetto di una semplice lettera del legale degli eredi Dalla. Scoperta la cosa per caso e in tempo, Meli da seguito ad un ricorso, unico strumento di difesa consigliato dallo stesso funzionario che lo esortava nel 2012 all’avviamento dell’attività, alla commissione ricorsi dello stesso Ministero (verrebbe da dire ”ossia nella tana del lupo”) che ben 17 mesi dopo cassa e rigetta lo stesso ricorso costringendo Meli a ricorrere in Cassazione.
“Il procedimento è ancora in corso, e ora rivendico il diritto al marchio regolarmente registrato e illecitamente prima annullato e poi sospeso, in piena violazione di quanto sancito dal D.p.r. n. 30 del 2005 così detto CPI (codice della proprietà industriale) che norma giuridicamente tutta la materia inerente appunto marchi, brevetti e diritti industriali” ci spiega Maurizio Meli.
Insomma una vera lunga storia alla Davide e Golia di cui sarà davvero interessante per tanti conoscerne l’epilogo. Una questione spinosa non tanto per Meli che, stante le documentazioni e certificazioni, porta avanti il progetto artistico “Premio Lucio Dalla”, ma quanto per tutte quelle componenti che partecipano ad una sorta di sgambettamento che sembra far danno al fondatore e produttore di questo ormai importante omaggio nazionale al cantautore bolognese scomparso.
Chi vincerà? Davide o Golia? Meli nel frattempo sta preparandosi per raccogliere in un libro questi primi cinque anni del “Premio Lucio Dalla”, in cui descrivere gioie e dolori di un’esperienza di vita intensissima nel pieno, a dir suo della legalità, e di scontro con poteri forti specchio di una realtà che sembra essere tutta italiana, a dir suo vergognosa.
Maurizio Meli sino ad ora ha affrontato tutto ciò a muso duro e per sola passione, oltre che per l’affetto personale e il rapporto di amicizia con Lucio Dalla, durato decenni.
Non dimentichiamoci che Maurizio Meli è stato prima di tutto uno fra i più grandi sfegatati fans del cantautore bolognese sin dal 1977, quindi dall’età di 10 anni.
Ci saluta con un nostalgico pensiero: “Ricordo ancora il momento che mi ha appassionato: in occasione dell’uscita di Com’è profondo il mare…”
Vedremo se questo mare, cosi profondo e controverso, ci restituirà una risposta definitiva a questa ingarbugliata faccenda.