Scioperi, cortei, manifestazioni: in Italia si fermano anche scuole e trasporti. Con lo slogan “Lotto Marzo” si caratterizza come una tra le feste della donna più politiche degli ultimi anni. Ma solo per un giorno?
Lotto Marzo: proteste contro ogni forma di violenza di genere, a partire da quella nei confronti delle donne. E’ nata a Bologna ma si è velocemente diffusa oltre i confini nazionali, fino a coinvolgere 40 paesi in tutto il mondo, la giornata di sciopero generale organizzata dalla rete Non una di meno per celebrare l’8 marzo, Festa della donna. Dal Piemonte alla Sicilia, da New York a Buenos Aires, infatti, sono migliaia le donne che, invece di scambiarsi mimose, andare in ufficio o occuparsi di spesa e bucato, hanno partecipato alla mobilitazione indossando il nero o il fucsia d’ordinanza.
Sergio Mattarella, ha iniziato il proprio discorso sull’8 Marzo dedicandolo alla pace, sottolineando quanti “ostacoli, incomprensioni e pregiudizi” le donne debbano ancora affrontare. “Vi ringrazio – ha detto il capo dello Stato – per la vostra quotidiana e spesso faticosa azione in favore di una società più equa, più accogliente, più solidale e più integrata”. Il capo dello stato sottolinea che quello femminile “è un impegno il più delle volte silenzioso, che si svolge lontano dai riflettori, tra molti ostacoli, alcune incomprensioni e persino qualche pregiudizio che resiste contro ogni evidenza”. Le donne, continua Mattarella, “danno alla società più di quanto ricevono in cambio” e “ciononostante, quella delle donne è un’azione tenace, risoluta e paziente e, molto spesso, coraggiosa”. Per Mattarella “promuovere e difendere le donne, i loro diritti, la loro tutela, il loro lavoro, il loro inserimento nei processi decisionali significa aprire, concretamente, prospettive di pace”.
Tra le manifestazioni d’assenso e le adesioni alla giornata di lotta, hashag #lottomarzo, non mancano i commenti negativi. Ad esempio sui social network. “Otto marzo super sciopero contro la violenza di genere. E per protestare fate ulteriore violenza a chi non saprà come recarsi al lavoro? Chapeau”. “Lo sciopero dell’8 marzo deve essere una di quelle manifestazioni tipo gay pride. Ma io non sono una minoranza, sono un genere”. O ancora, “non colgo il nesso sciopero mezzi – protesta contro la violenza di genere”.
Insomma, per tanti e tante sembra che una mobilitazione di questo tipo sia più come un giorno di pausa e gloria, senza forse tener conto che la donna, così come qualunque essere umano con una dignità, debba invece essere in modo naturale rispettata ogni giorno della sua vita. Questo quindi senza il bisogno del contentino “una volta all’anno”, che rende dei concetti importanti e profondi nulla più di uno spettacolino da piazza, in stile “manifestazione scolastica delle medie”. La verità sta forse nel capire che non ci può essere differenza fra esseri umani, al di là dell’ etnia, colore o come in questo caso sesso.
Lotto Marzo, un’iniziativa che ha già raccolto numerose adesioni a livello nazionale, tra le quali l’associazione Arci, la Casa delle donne per non subire violenza Onlus, i sindacati Usi, Slai, Cobas, la Confederazione dei comitati di base, Usb e la Flc Cgil, ma che non ha mancato di scatenare anche qualche polemica. Da un lato, infatti, c’è chi punta il dito contro sindacati come Cgil e Fiom–Cgil che, a livello nazionale, invece di proclamare lo sciopero generale e unirsi alla rete, hanno scelto la via delle iniziative sui luoghi di lavoro e l’8 marzo porteranno avanti un proprio programma di incontri e dibattiti: “La Cgil invita le proprie strutture – si legge sul sito del sindacato guidato da Susanna Camusso – a partecipare alle iniziative di mobilitazione organizzate a livello territoriale, a farsi promotrici di assemblee nei luoghi di lavoro”.