Renzi Berlusconi – I sondaggisti nei giorni scorsi hanno fatto una proiezione sulle intenzioni di voto e, sui risultati, quale governo sarebbe stato possibile. E’ emerso che, votando con l’Italicum corretto dalla Consulta, applicando la legge anche al Senato, risultato, nessuna forza politica ha raggiunto quel 40% per ottenere il premio di maggioranza, utile per governare.
Esprimendo in seggi le risultanze delle intenzioni di voto del nostro sondaggio, non sono sufficienti i 115 di un nuovo Ulivo (Pd-Sel-sinistra italiana) i 103 del centrodestra oltretutto allargato al Ncd e Udc ed i 148 nel caso di una improbabile alleanza antisistema M5Stelle-Lega e Fratelli d’Italia.
Con questi dati, l’unica coalizione possibile per poter dare vita ad un governo stabile, risulterebbe quella tra Pd-Forza Italia-Ncd e centristi, formula,oltretutto obbligata per avere la maggioranza anche al Senato fino a 167 voti su 315.
Questo, ovviamente, stando ai sondaggi attuali che, sulla carta, vedrebbero una maggioranza risicatissima alla Camera, non considerando che una riabilitazione di Berlusconi porterebbe, secondo gli esperti, un 5% in più a Forza Italia che potrebbe addirittura recuperare consensi tra gli elettori di centro assenteisti perché non accettano l’alleanza con l’estremismo di Salvini.
Questa volta , forse, è una necessità per attendere la sentenza della Corte di giustizia di Bruxelles e per evitare scissioni che, in un caso o nell’altro, impedirebbero il successo della strategia concordata. Resta, comunque,il fatto che Matteo Renzi e Silvio Berlusconi hanno dato vita ad una nuova sceneggiata.
Tutto questo porta a pensare che, a parole strepitano che vorrebbero elezioni anticipate a giugno, ma hanno, in realtà, concordato che si voterà ad ottobre, così perdono tempo nel varare la nuova legge elettorale.
A parole il Cavaliere rilancia il centrodestra ed il segretario dem l’appartenenza a sinistra anche non escludendo più un premio di maggioranza per la coalizione, ben sapendo che nemmeno un nuovo Ulivo raggiungerebbe il 40% e che tutto verrebbe rinviato a dopo il voto
In sostanza, avremmo un ritorno ad un centro-sinistra vecchia maniera con un grosso centro ed una sinistra moderata. Già oggi, infatti, nel Pd ha ai vertici molti ex-dc: il segretario Renzi, il vice-segretario Guerini, il presidente dei deputati Rosato, i ministri Del Rio, Franceschini che è anche a capo di una forte corrente che sostiene il segretario, Romano Prodi, Marini, il gruppetto degli ex-popolari, Enrico Letta, tanto per fare alcuni nomi, aggiungete gli ex-dc del Ncd, con in testa il segretario Alfano ed il capogruppo alla Camera Lupi, considerate Casini, che credo sia ancora presidente dell’Internazionale Dc, ed il ministro dell’Ambiente Galletti, chiudete con il segretario dell’Udc Cesa ed avrete l’idea di quale centro-sinistra si tratti. Non mi meraviglierei, ad esempio, di veder tornare a Palazzo Chigi come sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, sì braccio destro e vero consigliere politico di Berlusconi, ma non iscritto a Forza Italia e vero uomo delle istituzioni che ha trattato con Renzi le linee generali della nuova legge elettorale .
Ovviamente, questa è la strategia concordata e gli ostacoli possono essere dietro l’angolo. I segnali, comunque, sono precisi e tutti vanno in direzione di una “grande coalizione” sull’esempio tedesco, ossia nata da uno stato di necessità, per la verità creato ad arte in Italia e facilitato dall’intesa Trump-Putin che vede Berlusconi molto attivo grazie all’amicizia con il presidente russo ed ai contatti riservati (anche un viaggio-lampo a New York) con il nuovo presidente americano presso il quale ha accreditato Matteo Renzi che si è rapidamente riposizionato dopo gli eccessivi entusiasmi per la Clinton.
Non lasciatevi, quindi, incantare da dichiarazioni, interviste(da leggere dietro le righe in molti casi) fatte per tener buoni i dissidenti forzisti e dem. Non fatevi, ad esempio, incantare dai Toti di turno, ormai fuori gioco da prendersi i rimbrotti della Gelmini per il suo iper-salvinismo. Sì, il Pd è scosso da venti di scissione pericolosi per la “grande coalizione”, ma le ultime uscite dei renziani, sì alle primarie a breve, forse anche il congresso, eventualmente sostituito da un ampio dibattito e sì al premio di maggioranza per la coalizione vanno tutte in direzione della minoranza che attende solo qualche atto concreto di Renzi per rimanere nel partito ed accettare, per stato di necessità, una “grande coalizione” alla tedesca già addirittura evocata dal presidente dem Orfini, uno dei leaders dei “giovani turchi”. Eppoi, diciamo la verità, ad essere un po’ maligni si può dire che il potere piace a tutti e non si rifiuta qualche posto di ministro o di sottosegretario, concedendo che si possa anche avere la convinzione di essere utile all’affermazione delle proprie idee.
L’importante è, però, che la politica esca dalle sabbie mobili di uno smodato interesse di parte e del sobillare gli animi per un voto in più, talvolta presunto. Solo così potrà ritrovare la sua più nobile funzione: quella d’essere dalla parte dei cittadini e di eliminare corruzione, ingiustizie, gravi sperequazioni, ripartendo dagli umili. In una parola di privilegiare gli interessi generali.
Possiamo avere questa speranza? Auguriamoci di sì perché con una nuova delusione nei confronti di partiti ed istituzioni, già al lumicino in termini di fiducia degli italiani, il rischio sarebbe il caos, la violenza con la devastazione di un Paese che anche nella nuova geopolitica mondiale può, invece, avere un ruolo importante nel Mediterraneo.
Fonte: Giustus’ Blog