Natale, il periodo dell’anno più bello per i bambini e peggiore per la maggior parte degli adulti. Gli esperti la chiamano Christmas Blues, che significa proprio “depressione natalizia”.
La psicologa e psicoterapeuta Francesca Saccà riguardo la Christmas Blues, ha spiegato in un’intervista: «Può capitare che in questo periodo dell’anno si finisca per fare dei bilanci e si diventi più malinconici e apatici del solito» soprattutto quando ci si sente “indietro” non tanto nel paragone con gli altri, ma rispetto alle nostre aspettative.
La scienza afferma che il Christmas Blues è un problema transitorio dell’umore: si manifesta a partire da qualche giorno prima del Natale, quando ha inizio la frenesia delle cene e la corsa agli acquisti, per terminare dopo l’Epifania, con le ultime occasioni di regali e di incontri con amici e parenti.
Una volta terminato questo periodo, la persona sofferente di tristezza natalizia di sente come “svuotata”, apatica, priva di interessi. Ed è solo con il passare dei giorni e con la ripresa delle consuete attività lavorative, la tristezza si allontana poco per volta.
Ma proviamo a vedere più da vicino quali sono i sintomi del Christmas Blues:
- Agitazione o ansia
- Mal di testa
- Problemi del sonno
- Cambiamenti nell’appetito e nel peso
- Sensi di colpa
- Incapacità di divertirsi e di condividere la gioia con gli altri
- Aumento dell’irritabilità e litigiosità per cose banali
- Pianto facile
- Svogliatezza e minore interesse per le attività che normalmente ci procurano piacere
- Pessimismo
- Senso di “vuoto”
- Sfiducia nel futuro.
Le cause principali di questo senso di malessere possono dipendere a volte dalla paura del domani, del futuro, questo perché il mese di dicembre segna la “morte” dell’anno, la fine di un ciclo e l’inizio di uno nuovo ( vissuto con un misto di paura e sollievo). Come tutti i momenti di transizione possono celare una perdita e quindi creare dell’ansia.
Spesso è proprio in questo periodo dell’anno che drammi familiari, di coppia e tra amici sembrano riacquistare vigore per tormentarci e farci provare un intenso e terribile senso di solitudine.
Kasser e Sheldon (2002) hanno esaminato il tipo di esperienze e di attività che sono associate con il benessere durante le feste. Gli autori hanno somministrato a 117 persone (di età compresa tra 18 e 80 anni) dei questionari riguardanti la soddisfazione, lo stress, gli stati emotivi, le esperienze, l’uso del denaro e i comportamenti di consumo durante il periodo natalizio.
I risultati hanno mostrato che livelli più alti di felicità comparivano quando erano particolarmente forti il senso della famiglia e le esperienze religiose. Minori livelli di benessere, invece, si sono registrati quando predominava l’importanza data allo spender soldi e al ricevere regali.
Kasser e Sheldon hanno concluso – e documentato su scienceblog del 2003 -che gli aspetti materialistici delle moderne celebrazioni natalizie possono compromettere il benessere, mentre le attività di famiglia e quelle spirituali possono aiutare le persone a sentirsi più soddisfatte.
Fermiamoci un attimo e proviamo a pensare a quali nostri atteggiamenti o azioni che involontariamente mettiamo in atto possono alimentano il disagio durante le feste:
- Pensare che durante le festività si debba essere felici a tutti i costi, e di conseguenza, considerare la non felicità o la tristezza come un’emozione sbagliata che non dovremmo assolutamente provare durante le feste, e quindi se la proviamo allora pensiamo di essere noi gli sbagliati e i diversi.
- Pensare di essere i soli a vivere questa situazione di malessere.
- Concentrarsi e rimuginare sugli eventi negativi o su ciò che non si è raggiunto o realizzato.
- Restringere l’attenzione esclusivamente ai propri problemi personali.
- Abbandonarsi alla tristezza come fosse qualcosa di non fronteggiabile.
Come possiamo fare allora per fronteggiare questo sentimento di infelicità? Parleremo nel prossimo articolo di come combattere l’infelicità natalizia, modificando il nostro mentale e comprendendo la differenza tra piacere e felicità.