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Isole Faroe, Grindadrap, tradizione e mattanza

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Isole Faroe e Gridadrap: Nulla è cambiato, nonostante le proteste degli animalisti che da anni cercano di impedire la tradizione. E così anche quest’anno iniziano i preparativi per il Grindadrap.

Isole Faroer, la patria della mattanza delle balene. Da qui conosciamo la parola Grindadrap, un termine faorese (lingua germanica parlata in varie località compresa la Danimarca)  che viene spesso tradotta come caccia alle balene, anche se in realtà si riferisce a molto di più. Infatti il termine Grindadrap indica anche la caccia a vari generi di delfini, oltre che i grandi cetacei che popolano i mari delle Isole Faroe (o isole Fær Øer). La caccia alle balene è una tradizione delle isole Fær Øer, arcipelago situato nell’Oceano Atlantico appartenente alla Danimarca, e viene ormai praticata da secoli. Non essendo vista dagli abitanti come attività commerciale vera e propria, chiunque può praticarla.
La carne di balena infatti non viene commercializzata, e comunque non sarebbe fonte di reddito. Sempre per tradizione delle Isole Faroe dopo aver terminato la mattanza di balene la carne viene donata agli abitanti, e consumata di casa in casa come pasto.

Per chi non sapesse cosa sia realmente, saremo più chiari: Grindadrap è la mattanza di delfini e balene, dove ogni anno oltre 950 Globi-cefali vengono uccisi, molti dei quali durante l’estate. (Leggi anche: Grindadrap – massacro o tradizione?

Anche quest’anno – dicono ambientalisti e animalisti – la tradizione delle isole far oer ha provocato l’indignazione di ambientalisti e organizzazioni per la salvaguardia di questi animali. Grindadrap, al di fuori delle Isole Faroe (o far oer, altro termine in uso) non viene visto come una tradizione, ma come una vera mattanza di balene, una macabra e violenta pratica che gli abitanti, difesi anche dalle autorità marittime Danesi, proseguono senza una vera necessità.
isole-faroe-grindadrap-tradizione-baleneInoltre le associazioni e gli ambientalisti lamentano a gran voce che l’Europa, promotrice di campagne per la salvaguardia dei grandi cetacei, non solo non fa nulla di concreto per fermare questo rito macabro, ma al contrario come se non vedesse sovvenziona questi paesi senza applicare alcun monito dato che ignorano le direttive che la stessa impone a tutti i paesi della comunità.
Questo è la sintesi di ciò che, le categorie  che vogliono la salvaguardia di questi animali e vanno contro la “tradizione del mare rosso sangue”, dicono.

Ora, abbiamo già parlato di questa tradizione in passato come detto, e quest’anno abbiamo voluto approfondire meglio l’argomento, perché, anche se non favorevoli a delle mattanze di balene di questa portata, dobbiamo ricordare che nelle nostre acque si eseguono tecniche di pesca analoghe, ad esempio, per il tonno.

Abbiamo fatto qualche ricerca e vi invitiamo a dare uno sguardo al prossimo articolo che pubblicheremo a breve, dove metteremo sul tavolo qualche notizia completamente discordante con quello che l’informazione, e a volte la disinformazione fa pur di fare ascolti.

Ecco che ci siamo adoperati per raccogliere informazioni più concrete possibile, direttamente con chi alle Isole Faroe c’è stato, e con chi ci abita.
Sarà comunque un confronto interessante

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