Grindadrap : La caccia alle balene è una tradizione antichissima diffusa in Islanda, Giappone, Paesi Bassi, America e Canada a partire dal 6000 a.c.
Nei tempi più moderni il perdurare di questo costume viene giustificato soprattutto per via delle necessità alimentari dei popoli che abitano queste terre, in prevalenza fredde ed inospitali per l’agricoltura, mentre in antichità il prodotto principale ricavato dall’uccisione delle balene era il grasso, che veniva convertito in un olio usato per le lampade, anche se l’intero animale veniva utilizzato, compresi i fanoni – lamine presenti nelle bocche delle balene, che gli consentono di respirare – per i corsetti e l’olio, che veniva usato nella produzione dei profumi.
Nel 1986 la caccia alle balene ad uso commerciale è stata vietata in tutto il Mondo, ad eccezione di alcuni Paesi in cui rimane legale con motivazioni puramente culturali: la Norvegia, l’Islanda, il Giappone, St. Lucia e St. Vincent & Grenadines e le Isole danesi Faroe.
Mentre la caccia alle balene ad opera dei giapponesi è argomento oramai conosciuto e condannato da gran parte dalla popolazione mondiale, grazie soprattutto al documentario statunitense The Cove di Louie Psihoyos, ci sono altre realtà meno conosciute ma altrettanto spaventose ed inaccettabili.
Il caso delle Isole Faroer è balzato tra gli argomenti di attualità nell’ultima settimana, grazie ad un servizio de Le Iene, andato in onda lunedì 16 Novembre e che ha lasciato milioni di telespettatori inorriditi davanti alle barbarie e all’indifferenza dell’essere umano.
In queste isole, dal 1709 ad oggi sono state uccise milioni di balene, con la giustificazione della tradizione della GRINDADRAP.
Il termine Grindadrap deriva dal francese e letteralmente si può tradurre come “caccia alle balene”, anche se la parola “macello” appare in questo caso più appropriata.
Le Grindadrap sono – a detta della maggior parte dei faroesi , abitanti delle Isole Faroe – parte della tradizione e della cultura popolare, risalenti appunto ai primi del settecento, quando era uso comune cacciare questi animali per nutrirsi durante tutto l’anno. Durante l’inverno i feroesi mangiavano per lo più carne salata o cibo essiccato (comprendente pesci e carni per la maggior parte di pecora, uccelli e balene). Questo ha fatto si che la balena data la mole, fosse una grande e pregiata risorsa cibaria tradizionale.
Sulle tradizioni culinarie è certo non si discute, è da sottolineare però come da diversi anni il consumo di questa carne sia quasi del tutto scomparso a causa delle quantità di mercurio che si accumulano – proveniente dai mari – proprio in questi globicefali e dei danni che questa sostanza provoca nell’organismo umano.
Seppur si tratti di tradizioni o usanze comuni caratteristiche di un determinato popolo – dunque in genere meritevoli di tutela – l’uccisione durante la Grindadrap, di centinaia o anche solo decine di animali per puri scopi ricreativi non è giustificabile con questa scusante, ne lo è il modo in cui ciò avviene.
Appena un branco, grande o piccolo che sia, viene avvistato da un qualsivoglia abitante del paese, viene diramato una sorta di allarme collettivo che mobilita la popolazione locale sulla spiaggia circostante. Uomini, donne, bambini ed anziani, tutti assistono eccitati e febbrili all’arrivo del branco di cetacei spaventati, attendendoli a pochi metri dall’acqua con arpioni, coltelli e fendenti di ogni genere. Gli animali vengono attirati a riva con l’inganno, per mezzo di navi il cui equipaggio si incarica di lanciare sassi in mare in modo da far scappare il branco verso la riva. Mentre le motovedette della marina danese supervisionano la zona, affinché gruppi ambientalisti come SeaShepherd o GreenPeace non sabotino la “manifestazione”.
Nelle Grindadrap delle Isole Faroe gli animali vengono massacrati a decine, senza distinzione di età e poi rigettati in mare.
Ci sono fotografie agghiaccianti di bambini faroesi che tengono in mano cuccioli morti di balena grondanti sangue e li esibiscono sfoggiando sorrisi entusiasti ed espressioni gioiose.
Tutto questo è inaccettabile nel 2015. Come è inaccettabile che un adulto insegni ad un bambino – o che uno Governo lasci passare il messaggio ai propri cittadini – che l’uccisione di un animale possa essere una cosa divertente e folkloristica.
Nonostante la Danimarca, – in linea coi principi mondiali di tutela delle razze in via di estinzione come i cetacei – tuteli a parole le balene, di fatto consente e sostiene un’usanza contraria ad ogni principio di protezione e rispetto della Natura e della vita in generale.
Seppur questo tipo di costume sia simile a quello a noi più vicino della Spagna che perpetua l’orribile rito delle Corride, – come gli abitanti delle isole Faroer commentano se interpellati in tema di Grindadrap – questo non è di per sé ugualmente una giustificazione. La vita dovrebbe essere sempre tutelata, sia essa umana o animale. Nonostante la carne e il pesce facciano parte dell’alimentazione umana da sempre e, a torto o a ragione, debbano continuare a farne parte, l’uccisione di animali non finalizzata al sostentamento umano ma al puro divertimento, dovrebbe essere sempre e comunque perseguita e non incoraggiata, né difesa da qualsivoglia stato.
Il mondo deve sapere quello che accade durante le Grindadrap alle Isole Faroe, che hanno luogo centinaia di volte all’anno.
Documenti sulla caccia alla balena esistono dal 1584; le statistiche sulle uccisioni, invece, sono state svolte ininterrottamente dal 1709 – anno facente parte del periodo in cui la caccia agli animali era molto sviluppata, ritenuta un hobby – a oggi.
Una semplice tabella illustra le cifre di questi massacri dal 1709 ad oggi.
Come si può facilmente evincere le cifre sull’uccisione delle balene nelle Grindadrap sono sconvolgenti, soprattutto se pensiamo che questa caccia è proibita ed inutile. Nonostante questo, solo SeaShepherd – l’organizzazione no profit a tutela dell’ambiente- ha il coraggio di ribellarsi.
É importante per tutti noi non solo sostenerli ed aiutarli nella lotta per la salvaguardia del nostro pianeta e del suo ecosistema, ma anche diffondere il più possibile le immagini di queste barbarie, affinché sempre più persone prendano coscienza del fatto che nessuna tradizione, sport o hobby può giustificare l’uccisione di un essere vivente per puro divertimento e si uniscano in un fronte comune in difesa della Vita.
PERIODO |
BALENE UCCISE |
1709-1950 | 178259 |
1951-1960 | 18772 |
1961-1970 | 15784 |
1971-1980 | 11311 |
1981-1990 | 18806 |
2001 | 918 |
2002 | 626 |
2003 | 503 |
2004 | 1010 |
2005 | 302 |
2006 | 856 |
2007 | 633 |
2008 | 0 |
2009 | 310 |
2010 | 1107 |
2011 | 726 |
2012 | 713 |
2013 | 1104 |
2014 | 48 |
2015 | 492 |