La concorrenza insegna: dopo ” Ello “, social network nato per garantire la privacy degli utenti che sta riscuotendo successo sulla rete dopo che Facebook aveva dato ancora una volta parere negativo alla problematica “anonimato”, la società di Mark Zuckerberg inverte la rotta e da vita ad una nuova app, destinata proprio a questo.
Senza la minima idea di cambiare nelle sue regole l’obbligo di usare il nome di battesimo, Facebook ribalta le sue regole e decide di cambiare curiosamente le carte in gioco, sviluppando un’ app che garantirà l’anonimato ai suoi utilizzatori in modo analogo al social Ello. Il marketing prima di tutto dicono a Facebook, così come la volontà di legare il mondo reale a quello virtuale deve essere mantenuta. Anche se da ora con qualche nuova sfumatura.
E’ Chris Cox, Chief Product Officer di Facebook, a sostenere che l’obiettivo dell’app in fase d’arrivo è dare più libertà di parola, facendo sentire gli utenti al “sicuro” da occhi indiscreti quando partecipano ad una discussione, esprimono un parere o danno la loro opinione. Come su Ello infatti, sarà possibile, dice, fare tutto ciò senza il timore di essere riconoscibili. Cosa che potrebbe dare abbastanza fastidio a chi su Facebook investe in pubblicità, aziende sempre più alla ricerca di informazioni reali che nel campo delle vendite pesano non poco.
Ma l’anonimato piace a tutti? Ovviamente no, e in tanti non gradiscono queste novità; proprio sui social network, come anche Facebook, infatti è semplice essere vittima di discussioni denigratorie o lesive, che darebbero risultati ancor peggiori se non si riuscisse ad identificare chi attacca. E poi c’è anche chi da sempre sostiene che, sia nella vita reale che in quella virtuale bisogna avere comunque il coraggio di metterci la faccia. Non la faccia di qualcun’altro o peggio una disegnata ad arte, ma la propria. Pareri divergenti dunque, che danno spazio alla realizzazione della parte mancante comunque in tutto ciò: tutelare l’anonimato. Perchè sino ad ora proprio sul social network più famoso della terra, bisognava mettere obbligatoriamente la proprio faccia. O almeno questa era la richiesta ufficiale.
L’app dovrebbe vedere la luce fra non molto, come riporta anche il New York Times. Facebook, società di Mark Zuckerberg, ha acquistato da poco”Branch”, piccola start up dei gruppi di discussione, che ha fatto da apripista nello sviluppo progetto.
Fra meno di 15 giorni quindi l’applicazione per smartphone e tablet sarà disponibile, o almeno questo e ciò che fonti anonime citate dalla rivista di New York ritengono. Il team capitanato da Josh Miller, product manager dell’azienda di Zuckerberg da quando ha acquisito Branch (di cui era a capo), lavora con il suo team da più di un anno al progetto, su cui anche Twitter aveva messo gli occhi, per dare a Facebook questa ulteriore “novità”. Novità a quando sembra fortemente voluta dagli utenti che lamentavano da tempo l’assenza di un’app con tali caratteristiche. Non ci sono comunque al momento informazioni che rivelino esattamente che aspetto avrà e come funzionerà questa nuova app, che dovrebbe contrastare il concorrente Ello e i suoi simili.
Finalmente per gli utenti sembra arrivata la possibilità anche su Facebook di rimanere anonimi nella pubblicazione dei commenti, su argomenti oggetto di discussione.
La logica di funzionamento dell’app concorrente di Ello dovrebbe essere molto simile a “Secret” o “Whisper”, piattaforma utilzzata dall’Isis che ora è forte oggetto di cronaca; la filosofia di sviluppo invece sembra restare la stessa di Ello.
Perchè tutta questa attenzione nella necessità di una nuova app? Dopo che la comunità Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) era insorta per via di alcune cancellazioni di account legati a drag queen che si erano registrate con il proprio nome d’arte e non con quello di battesimo, Facebook era corso ai ripari per evitare una perdita di popolarità che non avrebbe giovato alla società in un periodo dove la “concorrenza” sta iniziando a remare esattamente sulla direzione che punta alla richiesta di privacy degli utenti. Ello , così si chiama la rete nata proprio dalle radici di questa protesta, permette appunto l’uso di pseudonimi e nick name senza necessità di rivelare il proprio nome reale.
Le scuse con la comunità Lgbt non sembrano essere bastate, data la corsa ai ripari e la scelta di seguire lo sviluppo di questa nuova app nata dall’esempio di Ello, che andrà ad aggiungersi alle altre ormai di proprietà di Facebook, cioè Slingshot, concorrente diretto di Snapchat; Messenger, e le due punte di diamante Instagram e Whatsapp.