L’ Ex Carcere di Iglesias viene candidato e scelto per diventare un Centro Permanente per il Rimpatrio (CPR); questo andrà ad aggiungere altre “risorse” in città, e sotto il silenzio/assenso del Comune in città scoppia la polemica per le strade e sui social.
Il carcere di Iglesias come CPR: la notizia sembra ormai confermata, e a parlare chiaro sull’argomento è il gruppo di opposizione “PIAZZA SELLA” tramite Gian Marco Eltrudis, uno dei pochi consiglieri di cui si sente la voce. Sì, perché curiosamente una delle critiche maggiori rivolte in questi giorni alla giunta dai cittadini, sta proprio nell’evidenziare ” l’assenza e il silenzio del sindaco in tutta questa vicenda”.
Fra i tanti assenti, abbiamo fatto due chiacchiere proprio con Gian Marco Eltrudis, Consigliere all’opposizione del gruppo “Piazza Sella”, che ci ha dato qualche chiarimento sulla questione migranti/ex carcere di Iglesias.
Siamo a Marzo 2016 quando Mauro Pili, Deputato di Unidos, allarma i cittadini tramite diversi comunicati e articoli di giornale, riguardo una risposta che il ministero dava su una sua interrogazione parlamentare a proposito dell’argomento. Dopo aver avvisato a gran voce la città e gli abitanti di cosa si decideva, o meglio di cosa si era deciso, erano iniziate delle piccole discussioni per le strade e sui social network, fra i cittadini, con domande rivolte alla giunta sull’argomento.
Di tutta risposta alcuni consiglieri della maggioranza avevano negato questo, spesso in modo ironico e sbeffeggiante, non dando forse la giusta importanza ad una preoccupazione che la città aveva.
“Dopo le prime smentite non ufficiali e il silenzio del sindaco si era più o meno spento l’argomento. almeno sino a qualche giorno fa, dove compare un comunicato su Facebook, da parte del vicesindaco che recita “NO ALL’EVENTUALE UTILIZZO DELL’EX CARCERE COME CENTRO PERMANENTE PER IL RIMPATRIO DEI MIGRANTI”. Il comune prende posizione? NO, infatti lo fa solo sui social. Non esiste infatti nessuna azione concreta o documento ufficiale indirizzati a fermare la decisione del ministero sull’ex carcere di Iglesias” ci spiega Eltrudis, dando un quadro alquanto allarmate per le preoccupazioni dei cittadini.
“Questa situazione sta diventando un atto di menefreghismo che menefreghismo forse non è. I cittadini, quelli che hanno votato sono i primi a chiedere spiegazioni e sono i primi che dalla giunta dovrebbero riceverne” In effetti suona strano come un comune, che ha tutti i mezzi per chiudere rapidamente la faccenda, non abbia prodotto nulla di concreto e anzi, tergiversi e faccia comunicato su Facebook e non in carta ufficiale.
“Mentre si occupano di fare felici le persone con manifestazioni culturali, musica e spettacolo” prosegue Eltrudis, “il resto che non và viene lasciato scorrere con una tecnica tipica italiana: tappare gli occhi e le orecchie per fare quello che non piace alla massa”
E mentre l’opposizione (Gruppo Piazza Sella), nella giornata di ieri presenta una mozione per chiedere l’annullamento di destinazione CPR per l’ex carcere di Iglesias, la maggioranza e il sindaco votano contro, annullando di fatto la loro volontà reale ad opporsi. Certo, sembra di vedere la solita scena all’italiana dove mentre si dice una cosa per prendere tempo se n’è già fatta un’altra.
“Iglesias è una cittadina del Sulcis Iglesiente, costa ovest Sarda, che assieme ad altri centri urbani della zona attraversa un lungo periodo di disagio e povertà. Definita una fra le più povere d’Europa, ora si vede impotente e preoccupata per l’arrivo di un numero importante di altri immigrati, che in questo caso sono fra quelli definiti “non idonei alla permanenza in Italia” per questioni legate a requisiti, legalità o criminalità.
Ad Iglesias e nelle zone limitrofe esistono già altre due realtà che si occupano della gestione degli immigrati: L’Ex Resort di S. Angelo (circa 400 ospiti) e L’associazione Casa Emmaus (circa 90). Con l’acquisizione dell’ ex carcere come CPR, il numero sara decisamente maggiore.
L’ulteriore preoccupazione poi è ferma sulla gestione: Il CPR non è un carcere, bensì un centro di accoglienza. Risultato? Gli ospiti in attesa di rimpatrio potranno entrare e uscire senza grossi problemi, e visto il mancato controllo sulle espulsioni, esiste una probabilità di averli in loco a tempo indeterminato. Dove sta il problema? Come detto il CPR è un centro che ospita immigrati che non hanno i requisiti per stare in italia, per questioni spesso di carattere legati a terrorismo o criminalità.”
Ma come vengono mantenute queste persone? In città c’è grande confusione, e i commenti e le discussioni spesso scadono su argomenti poco pertinenti. In realtà in pochi sanno realmente cosa succede, cosa vogliano dire le sigle SPRAR o CPR, quasi nessuno si documenta se non su Facebook tramite l’ultimo post letto magari di fretta prima di uscire di casa. Così come spesso, chi ha tratto beneficio da questa “tratta degli schiavi 2.0” si limita a piccoli cenni o sta in silenzio. Un silenzio che vale circa 40 eur./giorno per i maggiorenni ospitati, e circa 80 eur/giorno per i minorenni. Da queste cifre dovrebbero poi essere corrisposti vitto, alloggio e 2,5 eur/giorno ad ogni “risorsa”. Il motivo? Ospitalità. La stessa che viene negata ai cittadini italiani che sono in difficoltà.
Ma perché la città non è stata adeguatamente informata se da Marzo di quest’anno (in realtà da molto prima) eravate a conoscenza di questa decisione del ministero? “Questa mancanza di informazione è anche dovuta all’assenza di una guida reale della città, autoritaria e in grado di fronteggiare problemi importanti più di quelli legati alla” recita della scuola”, in grado di prendere posizioni che vanno verso i cittadini e non verso le scelte sconsiderate del partito di appartenenza”.
Domandiamo se a suo parere la preoccupazione dei cittadini è indirizzata solo sul CPR come tipologia di accoglienza. “Esiste poi un ulteriore problema che allarma i cittadini” ci risponde. “Questo esodo sconsiderato e irragionevole è ormai al collasso. Sono troppi per essere gestiti, e infatti non vengono gestiti. Secondo i parametri standard, dato il numero dei cittadini il numero dei migranti da accogliere dovrebbe essere di circa 100 unità, quando in realtà siamo a quasi 500. Con l’avvento del nuovo CPR presso l’ex carcere di Iglesias non si sa dove si arriverà”
Quello che emerge dai social dove infiammano le discussioni sulla questione dell’ex carcere di Iglesias è la presenza di una giunta comunale che vede una maggioranza (in realtà sono maggioranza con una sola unità in più, il sindaco) sorda e incapace, o forse capace ma disinteressata a gestire una situazione che sta diventando sempre più critica: la civile convivenza. Perché nella guerra fra poveri muoiono tutti.
Prosegue poi Gian Marco Eltrudis: “L’assurdità di queste operazioni poi è palese quanto irrazionale: esistono realmente persone che arrivano dalle guerre, veri profughi, che non sono però quelli che vengono ospitati. Sono un numero diverso, con situazioni drammatiche vere. Ecco, con questo meccanismo legato solo alla speculazione e al business stiamo togliendo risorse a loro. Senza ovviamente parlare di chi già esiste in loco. Ma che sia tutta una volontà legata al Dio denaro lo sanno anche i polli ormai..”
Cosa possono fare i cittadini per imporsi? Esiste ancora una possibilità di opporsi e di normalizzare questa vicenda? “Certo. Basta darsi una mossa e coalizzarsi. La forza di una città sta nei suoi cittadini, non nella giunta. Ad Iglesias siamo 12 in opposizione e 12 per la maggioranza che conta il sindaco in più. Questo basta per capire quanto poco servirebbe per mettere fine a una politica cittadina irresponsabile e che non ha portato risultati al di là della facciata che serve per farsi belli. Se i cittadini volessero, tutto si può fare. Una movimentazione collettiva, al di la dei partiti, dei simboli e dei colori, oltre che una presa di coscienza da chi sta dalla parte opposta alla mia, sarebbe sufficiente per sistemare questo e tutti i problemi che la città lamenta. Ma capite bene che questa è utopia irrealizzabile, almeno fino a che i cittadini non si rialzino dal torpore che li tiene incollati alla tastiera. La mia non è un’accusa, ma è una piccola provocazione per stimolare tutti quelli che sicuramente hanno bisogno di un incoraggiamento per ricominciare a essere cittadini. Qui non si tratta di razzismo ma di realtà, e la realtà al momento e che ci sono 12 persone che stanno facendo quello che è in loro potere per tutelare la citta. Coscienti che non basterà in queste condizioni.”
Se avrà ragione Gian Marco Eltrudis assieme all’opposizione lo vedremo più avanti. Quello che è balzato all’occhio è per certo un ulteriore momento di disagio ignorato ancora una volta da chi dirige, disagio non voluto dalla cittadinanza ma da pochi, che si va a sommare a quello che da tempo affligge una città già pesantemente lapidata su tutti i fronti e che continua a non vedere futuro per i cittadini e per chi continua ad abitarla.