Si è appena concluso il Burning Man, e a far scalpore oltre alla sua spettacolarità sono i numeri che lo riguardano : più di 70 mila, nel 2014, le persone richiamate dalla voglia di esprimere liberamente la propria arte ed esibirsi ( le richieste per i biglietti da accaparrarsi erano circa il quadruplo) , 20 i metri della statua che viene data letteralmente alle fiamme il sabato notte al termine dell’evento, 8 i giorni in cui sorge dal nulla per poi scomparire con la stessa rapidità un intero insediamento umano di decine di metri quadrati, 380$ il costo del biglietto per parteciparvi.
Stiamo parlando del festival più trasgressivo, stravagante e creativo del Pianeta: il Burning Man, così chiamato per il rituale che si ripete nella notte dell’ottavo giorno e che consiste nell’incendiare un fantoccio di legno dalle sembianze umane, simbolo di ribellione verso la società e di rinascita, di nuova vita.
Un estroso e pirotecnico evento che si svolge una sola volta all’anno, per 8 giorni tra la fine di agosto ed i primi di settembre e che saluta il solstizio d’estate mediante concerti, esibizioni itineranti, workshop ed espressioni artistiche del tutto originali e geniali, in uno scenario spettacolare: il deserto del Nevada.
Il fuoco, elemento fondante di vita ed energia, è il filo conduttore dell’intero evento.
Tutto inizia per caso nel 1986: tre amici , che diventeranno poi i fondatori di tale festival, Kevin Evans, John Law e Michael Mikel riprendono l’idea dai falò che si facevano nella spiaggia di Baker Beach a San Francisco, in cui si dava fuoco alle sculture di legno realizzate dall’artista Mary Grauberger, e danno vita ad uno stravagante evento universale. Il primo Burning Man organizzato si ha nel 1991, e la location scelta, appunto come anticipavamo, è da scenario lunare: la distesa salata del Deserto Black Rock nello Stato del Nevada, a 150 km dalla città di Reno dove durante il giorno si raggiungono temperature che superano i 40 ° C , mentre nella notte i gradi scendono al di sotto dello zero! Il festival conclude la festa americana del Labor Day, a settembre.
Solo per poco più di una settimana all’anno, e, solo per tale evento, in questa silenziosa distesa desertica si realizza quello che gli organizzatori chiamano « un esperimento annuale di creazione di una comunità urbana temporanea, dedicato alla estrema espressione di sé, e ad una forma radicale di autosufficienza e di fiducia in sé ».
Nello spirito originario del Burning Man è bandita ogni forma di comfort o agio, ci si accampa in tende, camper o roulottes. All’interno di questa città provvisoria, che nasce e muore dopo otto giorni per poi risorgere dopo un anno, non si può nè vendere nè acquistare nulla, il baratto e/o il ” dono ” sono le uniche forme di passaggio di proprietà di beni che siano ammesse ( considerando anche il cibo ) ; si fanno soltanto due eccezioni : il ghiaccio e il caffè, due prodotti consumati in grandi quantità nell’arsura diurna del deserto. E’ obbligatorio portarsi tutto quello di cui si può aver bisogno per trascorrere una settimana di campeggio nel ” nulla ” del deserto : dalle attrezzature al cibo, all’acqua, ai teli per avere un pò d’ ombra e di refrigerio attorno alla propria tenda, camper, capanna. I burners ( così si fanno chiamare i partecipanti a tale evento ) devono dotarsi anche di un generatore di corrente elettrica se vogliono avere dell’illuminazione nel proprio accampamento , poiché non esiste un sistema di distribuzione dell’energia elettrica.
Queste sono le rigide regole alle quali i partecipanti devono attenersi. Per il resto vi è una grande libertà di espressione e di vita comunitaria!!!
Gli scenari sono da futuro post- apocalittico, molto simili a quelli di ” Mad Max “ : personaggi che indossano abiti di pelle nera , che viaggiano su improbabili ” Art Car “ , le automobili mutanti realizzate appositamente per questo straordinario festival e che costituiscono una delle principali attrazioni del Burning Man! Con il tempo ognuno dei partecipanti ha dato libero sfogo alla propria creatività anche per quanto concerne gli abiti indossati: si possono vedere mises che ricordano gli indiani d’America, costumi molto colorati e pittoreschi o addirittura, in linea con uno stile new o post – hippy, persone che si liberano da ogni preconcetto o inibizione e girano mezzo nudi, o completamente nudi, per la ” Playa “, questo è il nome con cui viene definita la città temporanea di Black Rock City.
Quest’ultima è costituita da cerchi concentrici, che si dispongono attorno ad un grande spazio vuoto, al centro del quale viene collocata l’altissima scultura di legno a cui verrà dato fuoco nell’ultima notte, The Man. Tale spazio viene utilizzato anche per le esibizioni e per collocare le installazioni artistiche più pazze e straordinarie che rendono il Burning Man un evento così spettacolare!
Vi sono concerti, ma senza prevedere nomi importanti o conosciuti, si organizzano esibizioni estemporanee, si allestiscono postazioni in cui si realizzano tatuaggi, massaggi, sculture, mostre d’arte, performance e giochi, nei quali si palesa la più geniale ed originale creatività umana.
Un evento di tali proporzioni e di tale rilevanza per la sua teatralità e creatività, tuttavia, non poteva non attirare l’attenzione e l’interesse di grandi nomi della scena economica internazionale. Da un paio d’anni a questa parte, tale festival ha visto tra i suoi partecipanti personaggi come Mark Facebook Zuckemberg , noto creatore del social più utilizzato e famoso al mondo, i fondatori di Google Sergey Brin e Larry Page, nonchè il padre di Amazon Jeff Bezos, per arrivare al tecnico del suono dei Beach Boys, Richard Titus, imprenditore e capo della società che si occupa del digital del Daily Mail e considerato uno degli uomini più potenti e ricchi del mondo tecnologico americano.
Chiaramente, l’esperienza del Burning Man per questi giovani ( e meno giovani ) miliardari non si svolgerà tra la polvere e le spartane tende dell’insediamento improvvisato nella Playa!!! Per loro, e solo per loro, “quartieri vip” al Burning Man: fiumi di champagne, modelle mezzo nude e bellissime, e ogni tipo di comfort per i padroni della Silicon Valley… Tale ostentazione spudorata di ricchezza, in netto contrasto con lo spirito originario e ispiratore del festival, ha fatto storcere il naso ai puristi del Burning Man, che vivono tale evento effettivamente come un’occasione di affermazione di autosufficienza , di autodeterminazione in una condizione che ti costringe a condividere con il resto dei tuoi “compagni” questa esclusiva esperienza di arte, cultura e trasgressione, e anche di sopravvivenza, poiché se ad un partecipante manca qualche bene di prima necessità si rende necessario l’aiuto da parte del resto della collettività.
Ad ogni modo, pensare che il festival più stravagante e spettacolare del mondo non sia frequentato anche dai “ricchi”, appare decisamente inverosimile dato che l’intero evento racconta l’impiego di grandi somme di denaro : le esibizioni artistiche come le opere d’arte che vengono realizzate appositamente per il Burning Man, richiedono delle volte centinaia di migliaia di dollari! E questo è assolutamente evidente!
Tuttavia, ciò che riteniamo renda così esclusivo e grandioso questo evento è che risulta essere un’occasione in cui chiunque abbia voglia di buttarsi nella mischia possa esprimere liberamente la propria arte, il proprio modo di essere senza distinzioni di classe, colore o razza. Il Burning Man è uno stato dell’anima più che un semplice festival, così come afferma chiunque vi abbia partecipato! E ci piace riportare la frase con cui un altro dei padri-creatori del Burning Man, Will Rogers, riassume lo spirito reale dell’evento :” Dopo la prima tempesta di sabbia abbiamo tutti lo stesso colore! “