Margaret Bourke-White fu un importante pilastro del ‘900, in un ambiente principalmente maschile: il fotogiornalismo. Fu la prima donna straniera ad avere il permesso di scattare foto in URSS, la prima corrispondente di guerra donna e la prima donna fotografa per il settimanale Life.
Margaret Bourke-White nacque il 14 giugno 1904, nel Bronx, figlia di Minnie Bourke e di Joseph White, inventore e naturalista.
Mentre era iscritta agli studi di biologia frequentò alcuni corsi di fotografia.
Già da ragazza manifesta l’essenza del suo carattere e della sua vita: l’ambizione, l’indipendenza e inevitabilmente l’irrequietezza. Non le basterà mai essere la migliore, la più apprezzata e versatile tra le fotografe della sua generazione, vorrà sempre essere la prima.
La carriera professionale di Margaret Bourke-White inizia nel 1927: all’età di vent’anni iniziò a scattare fotografie industriali. La si può considerare la prima fotografa industriale famosa e tra i primi fotografi a dare rilievo artistico alla fotografia industriale. Le sue immagini iniziano ad arricchire i documenti fotografici degli archivi industriali, non solo, anche i servizi delle riviste illustrate e le pagine pubblicitarie.
Margaret Bourke-White nel 1929 si compie la svolta professionale: conobbe Henry Luce, caporedattore di Time, che la invitò a trasferirsi a New York per collaborare alla fondazione di una nuova rivista illustrata: Fortune. Nel 1935, sempre grazie a Henry Luce, inizia a far parte della redazione fotografica del nuovo rotocalco Life. La primissima pubblicazione della rivista, del 23 novembre 1936, le dedicò la copertina: era uno scatto dei lavori finiti della diga di Fort Peck, nel Montana. Un’immagine che fece il giro del mondo e che segnò un punto di svolta della professione di fotografo nell’universo femminile.
Nel 1930, fu la prima fotografa occidentale ad avere il permesso di scattare foto nell’URSS realizzando reportage sull’industria sovietica. Negli stessi anni, sempre per Life è inviata in Germania, Austria e Cecoslovacchia per documentare l’avanzata del nazismo e la guerra incombente.
Margaret Bourke-White dedicherà al fotogiornalismo la maggior parte della sua carriera.
Nel 1941, insieme a suo marito Erskine Caldwell, fu inviata prima a Mosca poi alla guerra in Corea per arrivare alle rivolte sudafricane.
Fu la prima donna a ricoprire l’incarico di corrispondente di guerra.
Quando nel ’59 non fu più in grado di lavorare, si sottopose ad un intervento chirurgico al cervello che fu documentato sui giornali. Da quel momento ridusse drasticamente l’attività di fotografa e si dedicò alla scrittura. L’autobiografia “Il mio ritratto”, venne pubblicata nel 1963 e fu un bestseller.
Dopo una caduta nella sua casa di Darien, nel Connecticut, morì il 27 agosto 1971, all’età di 67 anni.