“Un governo al servizio dei petrolieri che da il via libera agli Airgun fregandosene del Santuario dei Cetacei e delle norme costituzionali che assegnano alla Sardegna la competenza primaria ed esclusiva sulle ricerche petrolifere.
Il governo da il via libera all’utilizzo delle bombe sismiche nei mari della Sardegna. L’esecutivo e la maggioranza hanno appena votato a favore delle bombe sismiche per la ricerca petrolifera nel Nord Sardegna, nel Santuario dei Cetacei, tra l’Asinara e la Maddalena, passando per Bonifacio.
Un voto scandaloso con il capogruppo del Pd che ha richiamato ad uno ad uno i parlamentari che stavano votando in dissenso dal gruppo. Nessuno dei parlamentari sardi del Pd ha partecipato al voto. La vergognosa posizione del governo è emersa con il parere contrario all’ordine del giorno a mia firma ( sottoscritto anche dai colleghi Vella e Rizzetto) dove si chiedeva il blocco delle ricerche petrolifere nei mari della Sardegna. Nell’ordine del giorno si chiedeva il blocco delle ricerche petrolifere con airgun e il rispetto della competenza primaria della Regione in materia di ricerche petrolifere e gas riconosciute da sentenze della stessa corte costituzionale. Un voto gravissimo che ci impone ad una grande mobilitazione referendaria non appena arriverà il via libera dalla cassazione per il referendum abrogativo di quelle norme”.
Questa è stata la dichiarazione del deputato di Unidos Mauro Pili dopo la votazione per la modifica delle norme ambientali sarde che di fatto dà il via libera alla Schlumberger – la più grande società per servizi petroliferi al Mondo – per l’utilizzo delle airgun, bombe d’aria atte alla ricerca di idrocarburi nel sottosuolo.
L’ utilizzo degli Airgun nei nostri mari potrebbe vertiginosamente aumentare, nonostante i pesantissimi effetti sull’ecosistema, a causa del decreto Sblocca Italia presentato dal governo Renzi a inizio settembre, che prevede la valorizzazione dei giacimenti di idrocarburi presenti sul territorio nazionale, sbloccando investimenti per 15 miliardi di euro.
Con questo decreto non solo vengono semplificate le procedure di rilascio dei titoli minerari – facendo nascere, nel giro di pochi anni, trivelle come funghi – ma vengono private le Regioni a Statuto Speciale come la Sardegna, dei propri poteri decisionali.
Le trivelle spunterebbero dall’Alto Adriatico (dove ne sono già previste 19) lungo tutta la dorsale, fino alla Sicilia. In tutto potrebbero essere sbloccate 44 istanze per permesso di ricerca che si andrebbero ad aggiungere alle 105 piattaforme e ai 366 pozzi attivi oggi nell’offshore italiano.
Solo nell’Adriatico centro meridionale sono oltre 12.290 i chilometri quadrati interessati da permessi di ricerca o per nuove attività di esplorazione di petrolio – riporta Legambiente – che si aggiungono alle 8 piattaforme già attive e da cui nel 2013 sono state estratte 422.758 tonnellate di greggio.
Ma cerchiamo di capire meglio cosa siano questi airgun che la Schlumberger intende utilizzare per studiare i fondali marini sardi e perchè siano così pericolosi per il territorio e la sua fauna.
Come spiega la dottoressa aria Rita D’Orsola:
“L’airgun è una tecnica di ispezione dei fondali marini, per capire cosa contiene il sottosuolo. Praticamente ci sono degli spari fortissimi e continui, ogni 5 o dieci minuti, di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. Spesso, però, questi spari sono dannosi al pescato, perché possono causare lesioni ai pesci, e soprattutto la perdita dell’udito. Questo è molto grave perché molte specie ittiche dipendono dal senso dell’udito per orientarsi, per accoppiarsi e per trovare cibo. Già in provincia di Foggia ci sono stati degli spiaggiamenti che potrebbero essere dovuti a queste tecniche pericolose”
In America intanto settantacinque docenti universitari, oceanografi, biologi ed esperti di vita marina hanno inviato una lettera al presidente Obama sottolineando gli effetti devastanti dell’airgun sulla vita marina.
Da notare che il Dipartimento dell’Interno americano, a differenza di quello italiano, prevede una fascia di rispetto di cinquanta miglia da riva, cioè ottanta chilometri. Attualmente il termine statunitense è fissato a cento miglia, circa centosessanta chilometri su tutte le coste Usa, ad eccezione del golfo del Messico e di parte dell’Alaska. In Italia i vincoli ambientali limitano la trivellazione a soli sei chilometri da riva. Dai petrolieri si sente sempre dire che dobbiamo fare come negli Usa che con il fracking hanno “risolto” i loro problemi energetici, senza minimamente menzionare la regolamentazione che in America sta alle base della ricerca energetica.
Se nel nostro Paese venissero prese in considerazione le normative americane l’Airgun non sarebbe territorialmente possibile visto la vicinanza con la terraferma e i siti naturali di massima importanza presenti soprattutto nelle coste sarde.
Come al solito gli interessi economici di politici, imprenditori, lobbisti e chi più ne ha più ne metta, prevalgono sul buon senso e sul bene della comunità, così dopo la depenalizzazione del reato penale per chi ricerca petrolio in mare con le bombe sismiche e l’approvazione sull’utilizzo di queste’ultime, ai sardi non resta altro che la mobilitazione per il referendum, accompagnata dalla speranza seppur remota di essere presi in considerazione, perchè la Sardegna non è la pattumiera d’Italia.